Influenza: febbre alta e bambini, quello che c’è da sapere

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Consigli utili per evitare corse e affollamento al pronto soccorso

Roma, 9 gen. (askanews) – L’influenza e i virus parainfluenzali che l’hanno preceduta hanno messo al tappeto, o meglio a letto, milioni di italiani. E non si parla ancora di picco raggiunto. Sotto pressione sono naturalmente tutti i presidi medici, a cominciare dai pronto soccorso. In particolare quelli pediatrici, costretti al massimo sforzo nella gestione del flusso di piccoli pazienti ed alla necessità di ricovero urgente per le sindromi influenzali più gravi come le bronchioliti nei lattanti.

Il consiglio che dai Pronto Soccorso arriva alle famiglie, difficile certo da rispettare quando si tratta di bambini, per permettere di curare al meglio i casi seri, è sempre lo stesso: evitare di leggere nei sintomi dei propri figli situazioni di gravità che invece non sono tali. A cominciare ovviamente da quello che è considerato, a torto, l’indizio di gravità numero uno, la febbre. “E’ importante che i genitori siano informati per essere così più tranquilli nell’affrontare la fase acuta influenzale dei loro bambini ed evitare corse al pronto soccorso che potrebbero non servire, con la conseguenza di ingolfare ulteriormente queste strutture già così fortemente sollecitate”, spiega ad askanews il dottor Fabrizio Scalercio, dirigente medico pediatra della UOD Pronto Soccorso pediatrico osservazione breve del Policlinico Umberto I di Roma. E la prima cosa da sapere, concetto condiviso da tutte le Società di pediatria, è che la febbre alta non provoca danni al bambino, a meno che non si superino i 43°C. Il trend attuale peraltro, sottolinea ancora il dottor Scalercio, “è quello di dare meno farmaci antipiretici perchè proprio la febbre è il più importante antinfettivo”.

Ecco quindi, a proposito di febbre, alcuni elementi importanti da tenere in considerazione in famiglia nella valutazione dello stato dei propri figli alle prese con l’influenza. Innanzitutto, la febbre elevata, come ricordato anche da Scalercio, non indica una gravità maggiore ma la naturale e valida capacità del bambino di rispondere alle infezioni. E quando si deve ricorrere all’antibiotico? Non è un antipiretico, pertanto non agevolerà un abbassamento della temperatura corporea a breve distanza dalla sua somministrazione. Se anche l’antipiretico poi, che si tratti di paracetamolo o ibuprofene, non abbassa la febbre generalmente questo non significa la presenza di una particolare situazione di allarme.

Altro consiglio utile è quello di non aver paura di far uscire il bambino con febbre dalla propria abitazione per recarsi ad esempio dal pediatra (o allo stesso pronto soccorso ove realmente necessario) anche nelle stagioni più fredde, perchè questo non espone i piccoli malati al rischio di polmonite o altre complicazioni. Infine la risposta alla domanda che tutti i genitori si fanno: quando il bambino può tornare a scuola o all’asilo senza più necessità di farmaci? Semplice, quando rimane senza febbre oltre le 24 ore.

Fonte: askanews.it

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